domenica 20 gennaio 2013

L'INOSITOLO: PROPRIETA' E FONTI ALIMENTARI


L'inositolo è un nutriente dalle molteplici proprietà, noto soprattutto come rimedio naturale per la sindrome dell'ovaio policistico e per l'infertilità, ma non solo. 

L'inositolo è un poliolo carbociclico la cui forma più importante in natura è il mioinositolo.
Le fonti alimentari di inositolo sono varie; esso si trova in particolare nei cereali integrali, nelle noci, nel latte, nei legumi, nelle verdure fresche e nella frutta, specialmente in meloni ed arance.
Esso, annoverato tra i componenti del complesso B e conosciuto come vitamina B7, costituisce in realtà una non-vitamina in quanto può essere sintetizzato dall'organismo.

In virtù delle sue proprietà, l'inositolo è attualmente utilizzato come complemento alimentare per curare in modo naturale varie patologie e condizioni psico-fisiche e per promuovere il benessere della persona.
L'inositolo è un'importante "vitamina" di supporto, che esplica azione disintossicante sul fegato e migliora la respirazione cellulare. 
Già da anni  i medici naturali lo consigliano per ripulire il fegato e per disintossicare l'organismo, ma anche per migliorare il metabolismo dei lipidi e del colesterolo e come rimedio naturale per la stipsi.
Sono emerse da studi scientifici altre proprietà di questa preziosa molecola, che la rendono una valida alternativa ai farmaci per diverse condizioni patologiche.
Il mioinositolo in studi a doppio cieco è risultato efficace nel trattamento del Disturbo ossessivo-compulsivo. La sua efficacia è equiparabile a quella degli SSRI ed è virtualmente privo di effetti collaterali.
Ci sono inoltre promettenti studi che provano l'utilità del D- chiro -inositolo (DCI) nel trattamento della PCOS (Sindrome dell'ovaio policistico). 
E' risultato da studi in doppio cieco che esso è un trattamento efficace per diverse manifestazioni cliniche di questa sindrome, tra cui l'insulino-resistenza, l'iperandrogenismo, e l'oligomenorrea.
Per queste importanti proprietà, viene spesso citato come possibile rimedio per favorire la fertilità e migliorare la funzione ovarica. Costituisce inoltre un ottimo rimedio dolce, consigliato come valida alternativa alla pillola, per regolarizzare il ciclo mestruale.

E' stato inoltre provato, da altri studi in doppio cieco, che l'inositolo può esplicare anche un potente effetto antidepressivo e può essere un efficace trattamento del disturbo da attacchi di panico (DAP).
Da uno studio sul confronto tra l'uso di fluvoxamina (un antidepressivo importante e molto utilizzato) e inositolo per trattare gli attacchi di panico è emerso che dopo un mese di trattamento con dosi di inositolo per via orale fino a 18 grammi al giorno, confrontate con 150 mg al giorno di fluvoxamina, le persone trattate con inositolo hanno avuto una riduzione di attacchi di panico maggiore di quelle trattate con il farmaco, ma dello stesso ordine di grandezza.
Se a ciò si aggiunge che l'inositolo ha mostrato una quasi totale assenza di effetti collaterali, mentre il farmaco ha provocato significativi effetti collaterali (nausea e stanchezza), i risultati della ricerca sono davvero promettenti e hanno confermato le tesi di altri studi di questo tipo, ma non controllati, che erano stati già proposti negli anni passati.

Ci si chiede a questo punto se uno stato di squilibrio nutrizionale o di intossicazione epatica può favorire o addirittura provocare le patologie sopracitate per le quali l'integrazione alimentare con inositolo fornisce dei miglioramenti.
Sicuramente non si può mettere in dubbio che una carenza alimentare può portare a disturbi metabolici che, almeno in parte, possono risultare una concausa per varie patologie.
Risulta quindi fondamentale curare a fondo la nostra alimentazione poichè varie patologie possono essere legate a fenomenti alimentari o a stati tossici.

Per quanto riguarda le patologie citate, l'inositolo può essere una valida alternativa al trattamento farmacologico in soggetti che desiderino curarsi in modo naturale.
Esso può essere assunto in modo mirato tramite appositi integratori alimentari, attenendosi sempre alle dosi consigliate, oppure in modo ancor più naturale aumentando il consumo degli alimenti che naturalmente lo contengono (fonti alimentari di inositolo).

Fonti:
Fux M, Levine J, Aviv A, Belmaker RH (1996). Inositol treatment of obsessive-compulsive disorder. American Journal of Psychiatry 153 (9): 1219–21. PMID 8780431.
Iuorno M J, Jakubowicz D J, Baillargeon J P, Dillon P, Gunn R D, Allan G, Nestler J E (2002). Effects of d-chiro-inositol in lean women with the polycystic ovary syndrome. Endocr Pract 8 (6): 417–423. PMID 15251831.
Larner J (2002). D-chiro-inositol--its functional role in insulin action and its deficit in insulin resistance. Int J Exp Diabetes Res 3 (1): 47–60. DOI:10.1080/15604280212528. PMID 11900279.
J Clin Psychofarmacol 2001 Jun;21(3):335-339
Curr Psychiatry Rep 1999 Dec;1(2):141-147
http://it.wikipedia.org/wiki/Inositolo
www.eurosalus.com

domenica 6 gennaio 2013

LE PROPRIETA' FARMACOLOGICHE DELLA VALERIANA



La valeriana è uno dei rimedi naturali più ampiamente conosciuti e utilizzati dalla popolazione generale sotto forma di integratore alimentare in caso di disturbi del sonno, ansia, palpitazioni e altri sintomi legati allo stress.

La Valeriana (Valeriana officinalis) è una pianta erbacea e perenne, appartenente alla famiglia delle Valerianacee.
E' nativa delle regioni boscose dell'Europa e di parte dell'Asia, ma è stata introdotta e si è naturalizzata in Nord America. 
In base alla tradizione storica e popolare e alle evidenze attuali, sono attribuite alla Valeriana, di cui si utilizzano principalmente le radici o il rizoma, proprietà ansiolitiche e sedative; essa è però consigliata anche in caso di disturbi gastrointestinali legati a tensione nervosa e stati d'ansia (spasmi, coliche ecc.).
A seguito della sua assunzione è stato riportato un significativo miglioramento della qualità del sonno rispetto al placebo e sono risultati minori gli effetti collaterali rispetto ad altre sostanze ad azione ipnotico-sedativa comunemente prescritte.
In base a studi effettuati su modelli animali, l'iniezione intraperitoneale di acidi valerenici, valerenale ed estratto di pianta intera ha prodotto significativi effetti sedativi, antispastici e atassia sui topi.
Iniezioni intraperitoneali a dosi di  100 mg/kg hanno mostrato effetto sedativo comparabile a quello dei barbiturici mentre dosi maggiori, di 400 mg/kg hanno portato alla morte (dose letale).
In confronto al diazepam (principio attivo del famoso Valium) e alla clorpromazina (principio attivo di alcuni farmaci neurolettici), l'estratto di valeriana ha dimostrato deboli proprietà anticonvulsive.
Anche lo stesso aroma della valeriana ha mostrato effetto sedativo sui topi.
Oltre però all'attività ipnotico-sedativa sono state riportate altre importanti proprietà, meno conosciute, di questa pianta officinale.

Attività cardiovascolare: l'estratto di valeriana ha mostrato in studi condotti su conigli, topi e gatti un effetto anti-aritmico e di dilatazione coronarica. 
I valepotriati in essa contenuti hanno mostrato effetto preventivo sull'insorgenza di insufficienza coronarica acuta, hanno ridotto le aritmie indotte dalla vasopressina e hanno provocato un miglioramento del flusso coronarico di breve durata.

Attività gastrointestinale: gli acidi valerenici e altre molecole in essa contenute esercitano, in base a studi condotti su modelli animali (maiale della Guinea), effetto spasmolitico sull'ileo attraverso effetti diretti sulla muscolatura liscia. 

Altri effetti a livello neurologico: a differenza del Diazepam, l'assunzione di Valeriana non influisce sulla deambulazione spontanea e non comporta gli effetti collaterali riportati sui topi.
La Valeriana ha inoltre riportato sui topi altri effetti positivi riconducibili ad un'attività antidepressiva, che hanno portato gli studiosi a concludere che potrebbe essere utilizzata anche come antidepressivo.

In conclusione, sono molteplici gli effetti benefici riferibili all'assunzione di estratto di valeriana.
Sono già stati condotti numerosi studi sulla Valeriana officinalis, ma l'estratto di questa preziosa  pianta non è ancora stato utilizzato per la formulazione e lo sviluppo di farmaci da parte delle industrie farmaceutiche. 
Dovrebbero a tal scopo essere fatte ulteriori ricerche sull'uomo in modo da rendere disponibile in futuro un farmaco dai molteplici effetti. 
Resta il fatto che questo importante rimedio naturale è comunque disponibile e facilmente reperibile sul mercato, in quanto venduto come integratore alimentare
In caso di insonnia leggera, stato di agitazione e disturbi legati all'ansia è consigliabile il suo utilizzo, rispettando ovviamente le indicazioni del produttore, rispetto a quello dei farmaci ipnotico-sedativi, in quanto non sono riportati gli effetti collaterali propri di questi farmaci.




Fonte:
PHARMACOLOGICAL PROPERTIES OF VALERIANA OFFICINALIS- A REVIEW 
Krishna Murti, Manish Kaushik, Yashpal Sangwan, Aditi Kaushik

http://it.wikipedia.org/wiki/Valeriana_officinalis

mercoledì 2 gennaio 2013

DIETA ED EMICRANIA... GRASSI SI O GRASSI NO?



Il legame tra il consumo di determinati alimenti, ad esempio gli alimenti contenenti ammine biogene o anidride solforosa come additivo (vini bianchi ecc.), e l'incidenza del mal di testa è un tema già ampiamente discusso; un pò meno conosciuta è invece la relazione tra il livello ematico di lipidi e di acidi grassi liberi e l'incidenza di quella particolare forma di mal di testa chiamata emicrania.

L'emicrania è una sindrome dolorosa comune e debilitante, che causa uno scadimento della qualità della vita e una diminuzione della produttività di chi ne è colpito.

In base alla rielaborazione di vari studi riportati in letteratura è risultato che livelli elevati di lipidi ematici e di acidi grassi liberi sono tra i fattori che rivestono una particolare importanza nel favorire gli attacchi di emicrania.
In queste condizioni infatti è normalmente aumentata l'aggregazione piastrinica, che è associata a minori livelli di serotonina e a livelli aumentati di prostaglandine, mediatori chimici del processo infiammatorio.
Questo quadro favorisce la vasodilatazione, riconosciuta come precursore immediato delle emicranie.
Una dieta ad elevato contenuto di grassi di conseguenza potrebbe influenzare direttamente e favorire questo processo, causando frequenti emicranie.

Al fine di dimostrare tale tesi e di valutare l'impatto dell'assunzione di grassi con la dieta sull'incidenza e il grado di severità dell'emicrania, è stato intrapreso uno studio condotto in un periodo di 12 settimane su 54 pazienti, con preesistente diagnosi di emicrania.
Durante i primi 28 giorni, i partecipanti allo studio hanno registrato in un apposito diario tutti gli alimenti normalmente consumati e gli eventuali episodi di emicrania.
Al termine di questo primo periodo di partenza, i partecipanti sono stati educati individualmente a limitare il consumo di grassi fino ad un massimo di 20 grammi/giorno.
E' seguito un periodo di 28 giorni per l'adattamento dei partecipanti a alla dieta a basso contenuto lipidico.
I risultati dello studio sono basati sugli ultimi 28 giorni, ovvero sul periodo successivo alla fase di adattamento.
I partecipanti hanno diminuito in modo significativo l'ingestione di lipidi rispetto ai primi 28 giorni  dello studio ed hanno quindi "corretto" le loro abitudini alimentari in base alle indicazioni impartite.

La diminuzione dell'assunzione di lipidi con la dieta è risultata associata ad una diminuzione significativa della frequenza, dell'intensità, della durata degli attacchi di emicrania e della quantità di medicinali assunti.
Questo studio ha quindi dimostrato che una dieta a basso contenuto di grassi può migliorare la qualità di vita dei soggetti che soffrono di emicrania, in quanto può diminuire in modo significativo i fattori che determinano la gravità della sindrome.
E' quindi molto importante per chi soffre di questa invalidante forma di mal di testa, ma benefico anche per la popolazione generale, evitare gli eccessi alimentari e in particolare le diete ad alto apporto lipidico.

Fonti:
J Womens Health Gend Based Med. 1999 Jun;8(5):623-30.
The influence of a low-fat diet on incidence and severity of migraine headaches.
Bic Z, Blix GG, Hopp HP, Leslie FM, Schell MJ.
Division of Hematology/Oncology, The Chao Family Comprehensive Cancer Center, University of California, Irvine, Orange 92868-3298, USA.
Image courtesy of Ambro / FreeDigitalPhotos.net